UGELLI BRUCIATORI PER PRODOTTI
LIQUIDI
I
combustibili liquidi per essere bruciati devono essere ridotti in minutissime
goccioline che vengono riscaldate dalla fiamma stessa ed evaporate. Questo
procedimento si chiama «atomizzazione». Affinché le goccioline siano
sufficientemente piccole occorre che la viscosità del prodotto sia molto buona.
Mentre per il gasolio non ci sono problemi, per la nafta occorre un
preriscaldamento che è tanto maggiore quanto più la nafta è densa.
È
noto infatti come la viscosità di un liquido diminuisca fortemente
all'aumentare della temperatura. Gli ugelli bruciatori possono suddividersi in
tre categorie a seconda del tipo di atomizzazione:
1.polverizzazione
meccanica
2.ugelli
a polverizzazione mediante liquido secondario (aria o vapore)
3.ugelli
a cappa rotante.
UGELLI BRUCIATORI A POLVERIZZAZIONE
MECCANICA
Il combustibile viene inviato a pressione in un ugello ove, mediante scanalature o eliche, viene messo in rotazione elicoidale per uscire infine da un foro a spigoli vivi. Qui, incontrando l'attrito dell’aria, il getto elicoidale si rompe in minutissime goccioline. Nei tipi più semplici tutto l'olio è espulso dal forellino. Per avere una buona regolazione e un getto più uniforme al variare della quantità di prodotto utilizzato, si sono adottati ugelli che permettono il ritorno di una parte di esso. In questo caso il combustibile arriva a una cavità della camera a vortice ove è messo in circolazione da opportuni solchi laterali. Parte di esso esce da un forellino polverizzatore ed entra in camera di combustione; parte ritorna con opportuno condotto al serbatoio di stoccaggio. Sul condotto di ritorno si installa una valvola di regolazione che aprendosi più o meno, fa sì che il ritorno dell’olio aumenti o diminuisca, provocando una variazione di pressione e quindi di portata in uscita dal foro di polverizzazione.
Così
agendo si riesce ad avere una buona regolazione con rapporto tra la massima
quantità di combustibile polverizzata e la minima di 1 a 3, nei tipi più
raffinati di 1 a 4. È evidente che il campo di regolazione non può essere
grande quanto si vuole, altrimenti la quantità di combustibile si riduce
troppo. L'energia d'uscita del forellino diventerebbe insufficiente a una buona
polverizzazione e si porrebbe al limite giungere al gocciolamento. Molto meglio
avere una regolazione del tipo attacca-stacca che fermi il bruciatore.
Naturalmente i moderni bruciatori permettono una facile sostituzione degli
ugelli. Poiché le pressioni in gioco sono molto forti, tutti gli ugelli sono
dei pezzi meccanici molto accurati. In particolare i fori e le scanalature sono
in genere molto piccoli, per cui possono facilmente intasarsi. È da
tener presente poi che le nafte carbonizzano facilmente dato l'elevato calore
che si ha in camera di combustione, e i residui carboniosi tendono a otturare i
fori. Per tutti questi motivi il necessario che gli ugelli vengano ben puliti
con notevole frequenza. Si deve evitare l'uso di spazzole e in genere di
materiali duri, che possano alterare gli spigoli degli apparecchi. Per
facilitare l'operazione occorre immergere i pezzi in petrolio per qualche tempo
in modo da permettere alle eventuali incrostazioni da rammollire. Si utilizzano
poi stracci, panni e se è possibile si dà una soffiata con aria compressa.
BRUCIATORI A COPPA ROTANTE
Si tratta
di bruciatori
ove invece
degli ugelli
c'è una
coppa
messa
in
velocissima rotazione. Il combustibile lambisce
la parete interna
della coppa da cui esce un velo sottilissimo. Il velo
viene poi rotto da alette in goccioline che l'aria
polverizza
ulteriormente. Questi bruciatori
servono
quando le nafte
sono
particolarmente
pesanti
e contengono anche particelle solide. Sono
robusti e molto
sicuri
anche se permettono
polverizzazioni
inferiori agli
altri
tipi. Per
alcuni
combustibili sono indispensabili per
evitare gravose manutenzioni
ACCENSIONE ELEMENTARE DI UNA
CALDAIA
Assicurarsi
che le valvole alimento acqua siano aperte e la pompa sia in moto su posizione
AUTO.
Il
livello dell’acqua in caldaia deve essere riempito ad un max di ¾ (meglio se a
metà) e la temperatura dell’acqua nel pozzo caldo deve essere circa 80-85°C.
specie se la caldaia è rimasta spenta da molto tempo.
Assicurarsi
che l’aria per il bruciatore pilota sia disponibile dal soffiatore principale o
dalla linea aria compressa del locale a.m. In alcuni impianti al posto
dell’aria viene utilizzato vapore a bassa pressione proveniente dalla caldaia
stessa.
Controllare
che le valvole del combustibile (gasolio in questo caso) sia sulla linea del
bruciatore pilota che del bruciatore principale siano aperte.
Mettere
in moto la pompa del combustibile e tenerla in posizione AUTO, controllare che
la pressione della nafta sia nei valori stabiliti per l’accensione.
Mettere
in moto il ventilatore e attendere 3 minuti (o quanto previsto dal costruttore)
per il lavaggio completo della camera di combustione. Prima di accendere il
bruciatore assicurarsi dalla spia visiva che non goccioli combustibile nel
forno.
Finito
il lavaggio premere il pulsante di accensione bruciatore pilota, si aprirà
l’elettrovalvola sul rispettivo bruciatore per permettere il passaggio del
gasolio al bruciatore.
Dopo
un tempo prefissato verrà attivato l’elettrodo che creerà scintillio che in
presenza di aria e gasolio darà luogo alla fiamma pilota.
Sul gruppo bruciatori è prevista una
fotocellula (SCANNER) che qualora non rileva la fiamma PILOTA dà luogo ad un
allarme.
Se
non viene dato nessun allarme fiamma e la fiamma la vediamo dalla specula,
premiamo il pulsante per l’accensione del bruciatore principale che aprirà
l’elettrovalvola del combustibile al bruciatore principale.
Con
il ventilatore e la pompa del combustibile in moto avremo il bruciatore
principale pronto per l’accensione e con l’ausilio della fiamma pilota avrà
luogo l’accensione. Se la fotocellula non rileverà la presenza di fiamma,
chiuderà la valvola del combustibile al bruciatore principale e pilota. In
questo caso occorre ripetere dall’inizio la sequenza di accensione.
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