1.1.1.4.4 I bruciatori

UGELLI BRUCIATORI PER PRODOTTI LIQUIDI


I combustibili liquidi per essere bruciati devono essere ridotti in minutissime goccioline che vengono riscaldate dalla fiamma stessa ed evaporate. Questo procedimento si chiama «atomizzazione». Affinché le goccioline siano sufficientemente piccole occorre che la viscosità del prodotto sia molto buona. Mentre per il gasolio non ci sono problemi, per la nafta occorre un preriscaldamento che è tanto maggiore quanto più la nafta è densa.
È noto infatti come la viscosità di un liquido diminuisca fortemente all'aumentare della temperatura. Gli ugelli bruciatori possono suddividersi in tre categorie a seconda del tipo di atomizzazione:
1.polverizzazione meccanica
2.ugelli a polverizzazione mediante liquido secondario (aria o vapore)
3.ugelli a cappa rotante.
UGELLI BRUCIATORI A POLVERIZZAZIONE MECCANICA

Il combustibile viene inviato a pressione in un ugello ove, mediante scanalature o eliche, viene messo in rotazione elicoidale per uscire infine da un foro a spigoli vivi. Qui, incontrando l'attrito dell’aria, il getto elicoidale si rompe in minutissime goccioline. Nei tipi più semplici tutto l'olio è espulso dal forellino. Per avere una buona regolazione e un getto più uniforme al variare della quantità di prodotto utilizzato, si sono adottati ugelli che permettono il ritorno di una parte di esso. In questo caso il combustibile arriva a una cavità della camera a vortice ove è messo in circolazione da opportuni solchi laterali. Parte di esso esce da un forellino polverizzatore ed entra in camera di combustione; parte ritorna con opportuno condotto al serbatoio di stoccaggio. Sul condotto di ritorno si installa una valvola di regolazione che aprendosi più o meno, fa sì che il ritorno dell’olio aumenti o diminuisca, provocando una variazione di pressione e quindi di portata in uscita dal foro di polverizzazione.


Così agendo si riesce ad avere una buona regolazione con rapporto tra la massima quantità di combustibile polverizzata e la minima di 1 a 3, nei tipi più raffinati di 1 a 4. È evidente che il campo di regolazione non può essere grande quanto si vuole, altrimenti la quantità di combustibile si riduce troppo. L'energia d'uscita del forellino diventerebbe insufficiente a una buona polverizzazione e si porrebbe al limite giungere al gocciolamento. Molto meglio avere una regolazione del tipo attacca-stacca che fermi il bruciatore. Naturalmente i moderni bruciatori permettono una facile sostituzione degli ugelli. Poiché le pressioni in gioco sono molto forti, tutti gli ugelli sono dei pezzi meccanici molto accurati. In particolare i fori e le scanalature sono in genere molto piccoli, per cui possono facilmente intasarsi. È da tener presente poi che le nafte carbonizzano facilmente dato l'elevato calore che si ha in camera di combustione, e i residui carboniosi tendono a otturare i fori. Per tutti questi motivi il necessario che gli ugelli vengano ben puliti con notevole frequenza. Si deve evitare l'uso di spazzole e in genere di materiali duri, che possano alterare gli spigoli degli apparecchi. Per facilitare l'operazione occorre immergere i pezzi in petrolio per qualche tempo in modo da permettere alle eventuali incrostazioni da rammollire. Si utilizzano poi stracci, panni e se è possibile si dà una soffiata con aria compressa.

BRUCIATORI A COPPA ROTANTE

Si tratta di bruciatori ove invece degli ugelli c'è una coppa messa in velocissima rotazione. Il combustibile lambisce la parete interna della coppa da cui esce un velo sottilissimo. Il velo viene poi rotto da alette in goccioline che l'aria polverizza ulteriormente. Questi bruciatori servono quando le nafte sono particolarmente pesanti e contengono anche particelle solide. Sono robusti e molto sicuri anche se permettono polverizzazioni inferiori agli altri tipi. Per alcuni combustibili sono indispensabili per evitare gravose manutenzioni


ACCENSIONE ELEMENTARE DI UNA CALDAIA

Assicurarsi che le valvole alimento acqua siano aperte e la pompa sia in moto su posizione AUTO. 

Il livello dell’acqua in caldaia deve essere riempito ad un max di ¾ (meglio se a metà) e la temperatura dell’acqua nel pozzo caldo deve essere circa 80-85°C. specie se la caldaia è rimasta spenta da molto tempo.

Assicurarsi che l’aria per il bruciatore pilota sia disponibile dal soffiatore principale o dalla linea aria compressa del locale a.m. In alcuni impianti al posto dell’aria viene utilizzato vapore a bassa pressione proveniente dalla caldaia stessa. 
Controllare che le valvole del combustibile (gasolio in questo caso) sia sulla linea del bruciatore pilota che del bruciatore principale siano aperte.

Mettere in moto la pompa del combustibile e tenerla in posizione AUTO, controllare che la pressione della nafta sia nei valori stabiliti per l’accensione.             
Mettere in moto il ventilatore e attendere 3 minuti (o quanto previsto dal costruttore) per il lavaggio completo della camera di combustione. Prima di accendere il bruciatore assicurarsi dalla spia visiva che non goccioli combustibile nel forno.
Finito il lavaggio premere il pulsante di accensione bruciatore pilota, si aprirà l’elettrovalvola sul rispettivo bruciatore per permettere il passaggio del gasolio al bruciatore. 
Dopo un tempo prefissato verrà attivato l’elettrodo che creerà scintillio che in presenza di aria e gasolio darà luogo alla fiamma pilota. 
Sul gruppo bruciatori è prevista una fotocellula (SCANNER) che qualora non rileva la fiamma PILOTA dà luogo ad un allarme.
Se non viene dato nessun allarme fiamma e la fiamma la vediamo dalla specula, premiamo il pulsante per l’accensione del bruciatore principale che aprirà l’elettrovalvola del combustibile al bruciatore principale.
Con il ventilatore e la pompa del combustibile in moto avremo il bruciatore principale pronto per l’accensione e con l’ausilio della fiamma pilota avrà luogo l’accensione. Se la fotocellula non rileverà la presenza di fiamma, chiuderà la valvola del combustibile al bruciatore principale e pilota. In questo caso occorre ripetere dall’inizio la sequenza di accensione.

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