IL MOTORE DIESEL 2 TEMPI –
TIPOLOGIE E CARATTERISTICHE
Esistono due tipologie di motori a
2 tempi, ognuna delle quali è caratterizzata da soluzioni che ne rendo
l’impiego maggiormente od esclusivamente adatto a particolari campi di impiego.
La caratteristica distintiva per i motori a 2 tempi fa principalmente
riferimento alla “velocità di rotazione” del motore, distinguendo tra motori
a 2 tempi veloci e motori
a 2 tempi lenti.
Questa classificazione porta ad
individuare due famiglie che si differenziano di fatto in maniera sostanziale
soprattutto per il conseguente campo di impiego e per il tipo di alimentazione
del motore, infatti i motori a 2 tempi veloci sono i classici motori impiegati
principalmente nei motocicli ed utilizzano come combustibile benzina, mentre i
motori a 2 tempi lenti sono motori generalmente alimentati con combustibili
pesanti quali il Gasolio, e sono definiti motori Diesel.
Il campo di applicazione principale
di questi ultimi è rappresentato dalla propulsione navale, così come dalla
generazione stazionaria di energia elettrica.
Nei motori a 2 tempi si ha una fase
attiva (la combustione) ad ogni rotazione completa dell’albero motore, e per
quanto visto in occasione dei post sui motori a 4 tempi, risulta necessario
sovrapporre le varie fasi in modo da rendere possibile questa maggiore
frequenza della fase di combustione. La sovrapposizione delle fasi si
ripercuote ovviamente sulla geometria del motore, in maniera differente tra
motori lenti e veloci, ma conservando sempre delle differenze sostanziali
rispetto ai motori a 4 tempi, in particolare i motori a 2 tempi dispongono di
luci per il passaggio della carica (fresca e/o combusta) che vengono aperte e
chiuse direttamente dal pistone, imponendo quindi una rigida dipendenza della
fasatura da tale moto. Come
per il 4 tempi anche nel 2 tempi la parte fondamentale del motore è il cilindro
nel
quale scorre il pistone. Una
estremità del cilindro è aperta per lasciare il passaggio alla biella mentre
l'altra è chiusa dalla testata chiamata
anche più semplicemente testa. Il
cilindro, la testa e la superficie superiore del pistone formano le pareti
della camera
di combustione nella quale viene bruciato il
combustibile.
La
camera di combustione porta una o due aperture fornite di valvole:
se
sono due, una serve per l'immissione
dell'aria e l'altra per lo scarico dei
residui della combustione, mentre se ne è una sola serve per lo scarico dei
residui della combustione.
Il pistone,
che è
libero di muoversi assialmente entro la parete levigata del cilindro è
provvisto di anelli di espansione che
servono a garantire la tenuta della pressione. Una biella,
fornita
di cuscinetti
alle
sue estremità, è collegata a cerniera ad una estremità con l’asta del pistone,
per mezzo di un testacroce, e
all'altra con il perno del braccio di una manovella.
La
manovella fa parte dell'albero motore (albero
a gomiti) sopportato da cuscinetti di banco piazzati
in un basamento.
Il basamento
fa da
base alle fondamenta del complesso; la sua parte inferiore è chiusa da una
specie di vasca chiamata coppa che
serve a raccogliere il lubrificante che nei grossi motori marini defluisce nel
pozzetto di servizio.
Gli
organi meccanici che servono a comandare a tempo debito l'apertura e la
chiusura delle valvole/della valvola, provvedendo alla distribuzione
del
fluido operante, sono chiamati organi della
distribuzione.
Se un
combustibile viene bruciato nel cilindro, a valvole/valvola chiuse, mentre il
pistone è nella posizione più vicina possibile alla testa, e cioè al punto
morto superiore (P.M.S.), si crea, per l'aumento di
temperatura, una combustione del liquido iniettato che fa scorrere lo stantuffo
verso l'estremità aperta del cilindro e fa ruotare mediante la biella, l'albero
motore.
Durante
la discesa il pistone libera delle luci poste nella parte inferiore della
camicia da dove, attraverso valvole di non ritorno il cilindro si arricchisce
di aria comburente. Ultimata la corsa di allontanamento dalla testa,
e
cioè raggiunto il punto morto inferiore (P.M.I.)
il pistone ritorna, per inerzia, nella posizione iniziale chiudendo le luci di
lavaggio per continuare la sua corsa al P.M.S. ed il suo ciclo di movimenti
trasformando così in energia meccanica l'energia calorifica emessa dal
combustibile.
IL MOTORE DIESEL 2 TEMPI – TIPI
DI LAVAGGIO
Il lavaggio è quel processo in cui
l’aria a pressione superiore a quella atmosferica permette ai gas di essere
espulsi dal cilindro. A differenza del motore a 4 tempi dove il compito di
espellere i gas spetta al pistone, nel motore a 2 tempi l’aria entra nel
cilindro e spazza via i gas di scarico.
Motore 2 tempi con valvola di
scarico montata in testa e dove l’aria lavaggio entra dalle rispettive luci di
lavaggio e in una sola direzione (unidirezionale) spinge i gas di scarico dal
basso verso l’alto.
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