UGELLO
Quando un fluido contenuto in un certo recipiente viene messo in comunicazione, mediante un condotto di forma appropriata, con altro ambiente nel quale regna una pressione minore, il fluido si espande fino a raggiungere la pressione esistente nel predetto ambiente esterno. Il condotto cui viene affidato il compito di mettere in comunicazione i due ambienti a pressione diversa, per fare avvenire l'espansione del fluido con le minori perdite possibili, viene chiamato “ugello" (o, meno usato, "boccaglio").
Nella seguente presentazione vediamo in
gergo molto elementare come funziona una turbina a vapore:
Se
supponiamo ora di sistemare una fila continua di palette su una
ruota libera di girare e che le palette siano montate in modo che quando una
qualsiasi di esse, muovendosi, esce dalla vena fluida, quella immediatamente
successiva si sia già presentata, abbiamo realizzato una turbina nella forma
più semplice e poiché il suo funzionamento dipenderà dagli impulsi esercitati
dal fluido sulle palette, viene chiamata "turbina ad azione". Quindi
nella turbina ad azione tutto il salto entalpico avviene nell’ugello dove la
pressione viene trasformata in energia cinetica che a sua volta, nell’azionare
la ruota a palette, trasformerà quest’ultima energia in energia meccanica
ovvero in lavoro.
Guardiamo
in questa animazione come si comporta la pressione P del
vapore e la velocità V dello stesso in una turbina ad azione.
Vedremo che l’intero salto di pressione avviene nell’ugello per poi mantenersi
costante per tutte le ruote mobili (stadi) presenti nella turbina. La velocità
invece avrà un rapido aumento all’uscita dell’ugello (velocità supersonica) per
poi distribuirsi nelle altre ruote (stadi).
TURBINE A REAZIONE
Ricordate
quando nella storia della macchina a vapore si è parlato di Erone e della
macchina eolipila ? Rivediamo nell’animazione cosa succede:
Si
nota che il vapore prodotto ed in pressione nella semisfera inferiore passa,
attraverso i due tubi su
cui ruota la sfera superiore entrando e mettendo in pressione quest’ultima. Il
vapore da quest’ultima trova libero sfogo dai due ugelli orientati in modo che
il vapore uscente imprimi una forza tale da far ruotare la sfera. Nella
turbina a reazione succede più o meno la stessa cosa. Se la sfera superiore non fosse stata
mobile, il vapore uscente non avrebbe prodotto nessun movimento tranne quello
di qualsiasi oggetto posto davanti agli ugelli tipo una girandola. Infatti nella turbina ad azione gli
ugelli sono fissi al corpo della turbina, il vapore uscente spinge le palette e
quindi le ruote in rotazione.
Quindi
supponiamo che al posto degli ugelli fissi abbiamo una ruota libera di muoversi
i cui spazi tra le palette hanno la forma di ugelli veri e propri, cosa succede
all’arrivo del vapore in pressione ?
Succede che la ruota inizia a ruotare a
causa del vapore in pressione che tenta non solo di uscire dalla palettatura di
quest’ultima, ma le permette di ruotare proprio come abbiamo visto prima
nell’esempio dell’eolipila di Erone. In questo caso però l’intero salto
entalpico avverrà per buona parte nella prima ruota mobile ed esattamente negli
spazi tra le palette, altra parte del salto entalpico invece nelle successive
ruote mobili.
Lo stadio di turbina assiale semplice ad azione è l'elemento base nello studio delle turbine, e può trovare impiego sia nelle turbine a vapore sia nelle turbine a gas, anche se le sue peculiarità lo rendono particolarmente adatto alla zona di alta pressione delle turbine a vapore. Esso è costituito come tutti gli stadi di turbina, da una palettatura fissa (distributore o effusore) e da una girante, ma è caratterizzato dal fatto che tutta la caduta di entalpia disponibile avviene attraverso il distributore. Ciò equivale a dire che l'espansione ha luogo solo nel distributore, mentre la pressione a monte e a valle della girante è la stessa. La girante dunque subisce soltanto l'azione del fluido che si è espanso completamente attraverso il distributore. In figura stadi di una turbina ad azione, composto da due ruote, un diffusore e da 6 ugelli, da notare il profilo della palettatura che è di tipo simmetrico.
È una turbina ad azione parziale: uscendo dal generatore il vapore ad alta pressione si espande in ugelli fissi prima di venire a contatto con le palette e le mette in azione senza urto. All'uscita della girante il vapore esce con una velocità pressoché nulla grazie all'opportuna curvatura data ai sistemi di palette. L'altissima velocità di questo tipo di turbina (da 10.000 a 30.000 giri/min) impone l'impiego di riduttori di velocità.
Va inoltre osservato che il salto entalpico elaborato da ogni singola girante è proporzionale al quadrato della velocità in ingresso e poiché la velocità diminuisce da uno stadio a quello successivo, i primi stadi Curtis elaborano molta più energia degli ultimi. Per questo motivo le turbine Curtis non presentano mai più di tre stadi. Inoltre, poiché in pochi stadi si può elaborate un’elevata energia e poiché sono turbine ad azione e quindi ammettono una semplice regolazione per parzializzazione, le turbine Curtis sono normalmente impiegate come elementi di testa delle turbine a vapore di grossa potenza.
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